La Chiesa Parrocchiale di SS. Salvatore

La chiesa parrocchiale è di struttura seicentesca, rimaneggiata e ampliata nel XIX secolo, con un maestoso portale (1675) a colonne in occhialino scuro.

L’imponente campanile è costruito con blocchi di granito a vista, decorazioni barocche nella cella campanaria. L’interno della chiesa è stato affrescato a tre riprese dal Guadagnini (1852, 1870 e 1873):

  • Epifania, sulla controfacciata;
  • Risurrezione, Incoronazione di Maria e Trasfigurazione, nei medaglioni della navata;
  • Trionfo dell’Eucarestia, nella volta del presbiterio;
  • Moltiplicazione dei pani, nel lunettone.

Sempre del Guadagnini è la bella Via Crucis.

Al centro dell’ampio presbiterio sorge il monumentale altare maggiore realizzato nel 1740 dal marmoraro bresciano Vincenzo Barboncini.

L’altare è sormontato dalla maestosa cornice di legno dorato che racchiude la grande tela raffigurante la Trasfigurazione, opera di Pompeo Ghitti.

Il secondo altare sul lato sinistro del presbiterio, ricco di marmi preziosi, è dedicato alla Madonna del Rosario ed è opera della bottega Fantoni; il terzo, in legno dorato,è attribuita a Giovanni Piccini (1661-1725); assai pregevole è il prodotto.

L’altare detto “del Vaticano II” fu realizzato nel 1965 per opera dell‘Arciprete Mons. Vittorio Bonomelli; sotto il suo successore, Mons. Tino Clementi Arciprete di Breno dal 1984 al 2005, è stata rifatta la pavimentazione, è stata ripulita e risistemata la Grande macchina del Triduo (Opera lignea in memoria dei morti avuti dal paese durante la grande Peste), ed è stata completata la doratura dei cornicioni e dei capitelli delle lesene.

La Chiesa Parrocchiale di SS. Salvatore

La Chiesa di Sant’Antonio

Sorta nel centro storico di Breno adattandosi all’andamento di quella che un tempo era la via principale del borgo, come dimostra la sua pianta irregolare sapientemente “corretta” dai trucchi della prospettiva architettonica, la chiesa di Sant’Antonio è stata fin dalle sue origini la chiesa della comunità di Breno, luogo religioso quanto politico, sede di accordi e giuramenti di valore storico per il territorio camuno.

Si erge nell’omonima piazza ed uno dei pochissimi esempi di architettura neogotica in Vallecamonica.

Risalente alla fine del secolo XIV, ha un magnifico portale in arenaria rossa e interno ad aula unica e volte a crociera.

Sant’Antonio deve la sua fama agli affreschi della volta del presbiterio: Evangelisti, Dottori della Chiesa e Simboli evangelici, attribuiti al Civerchio.

L’altro richiamo è costituito dagli affreschi delle pareti (sempre del presbiterio), concordemente assegnati a Gerolamo Romanino.

Resta grande incertezza, sia nell’individuazione dei soggetti tematici, sia nella cronologia. Purtroppo la situazione generale resta quella di frammenti, staccati dall’unità, ormai perduta, del proprio contesto narrativo.

La pala dell’altare maggiore raffigura la Beata Vergine in trono fra i santi Sebastiano, Rocco, Antonio abate e Siro. Questa pala è ora definitivamente attribuita a Callisto Piazza, variamente operante in terra camuna negli anni Venti e Trenta del secolo XVI.

Un ultimo restauro ha ridato splendore agli affreschi di notevole valore artistico datati principalmente fra il XIV e il XVI, fra i quali spiccano le opere di Giovan Pietro da Cemmo e del Romanino.

La visita alla chiesa di Sant’Antonio si inserisce tanto in un itinerario storico quanto in una visita che voglia focalizzare l’analisi architettonica di un edificio quattrocentesco, l’affresco studiato dalle fasi preparatorie alle tecniche pittoriche utilizzate, il confronto fra artisti di scuole diverse, la lettura e l’interpretazione di un ciclo affrescato, i problemi conservativi.

Per le sue caratteristiche la chiesa è meta ideale per gli alunni delle scuole secondarie sia di primo sia di secondo grado, grazie alla scelta di temi e modalità di presentazione adatti alla preparazione culturale e agli obiettivi conoscitivi delle diverse scolaresche.

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La Chiesa di S. Maurizio

Situata nei pressi del cimitero San Maurizio era l’antica parrocchiale di Breno.

Di origini cinquecentesche mette in mostra il campanile con cuspide piramidata e le originarie finestre bifore restituiti alla loro bellezza da recenti restauri.

Situata nei pressi del cimitero San Maurizio era l’antica parrocchiale di Breno.

Le originarie caratteristiche cinquecentesche hanno subito rimaneggiamenti. Il campanile, con cuspide piramidata, è stato restituito alla sua intatta bellezza da recenti restauri, che pure hanno messo in luce le originarie finestre bifore.

Il restauro integrale della struttura e degli affreschi di S. Maurizio, opera del veneziano Ludovico Galliona (1752-1787), voluto dall’Arciprete di Breno Mons.Tino Clementi e condotto sotto la supervisione della Sovrintendenza, è stato completato nel 2000, mentre precedenti interventi avevano riportato alla luce la muratura originale del campanile riconducibile al romanico.

Sul lato a sinistra del presbiterio,nella terza cappella, è visibile il Compianto attribuito a Beniamino Simoni.

La preziosa collaborazione dei volontari, soprattutto degli alpini, ha permesso il recupero delle adiacenze.

Monsignor Maffeo Ducoli, Vescovo emerito di Belluno e illustre concittadino, ha donato l’organo, opera prima e assai pregevole del camuno Gian Luca Chiminelli e l’altare per la celebrazione della S. Messa, opera di scultori lignei locali.

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La Chiesa di S. Valentino

Eretta nel X sec. su un piccolo colle che domina Breno (sopra le rovine romane di una precedente costruzione) ampliata all’inizio del 1500 in stile lombardo, ricca al suo interno di numerose opere pittoriche e di recente restauro.
Il luogo della chiesa rimanda al luogo di residenza di San Valentino (Terni), martirizzato durate le feste funebri delle idi di febbraio del 270, durante la persecuzione di Claudio II il Gotico.

Annesso esisteva un dormitorio nel quale vivevano gli eremiti di San Valentino, custodi della chiesa per secoli. Oggi c’è la casa dei custodi.

La facciata è preceduta da un pronao rinascimentale che poggia su quattro colonne di arenaria rossa.

L’interno è a due navate, con volte a crociera. Nella seconda e terza volta della navata destra, affreschi del Maestro di Nave, datati 1500, e raffiguranti i Dottori della Chiesa.

Sulla parete sono presenti affreschi raffiguranti Santi e alcuni frammenti datati 1484, forse di Giovan Pietro da Cemmo.

Il pregevole altare di legno dorato, datato 1701 racchiude una bella tavola ad olio attribuita al pittore cremonese Altobello Melone, attivo nel bresciano nei primi anni ‘500.

Nel 2004 è stato completato il recupero globale della struttura e delle adiacenze e il restauro degli affreschi voluto e realizzato dall’Arciprete di Breno Mons. Tino Clementi con la supervisione della Sovrintendenza e l’aiuto di vari istituzioni pubbliche e private.

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Chiesa di Santa Maria al Ponte

Chiesa ad unica navata, con due altari laterali. Il vasto pronao è sostenuto da colonne in pietra di Sarnico, con capitelli decorati. Il portale in pietra simona è ricco di decorazioni e nella lunetta sovrastante è presente un affresco raffigurante la Natività di Maria.

Sul lato destro troviamo un altro portale della medesima pietra datato 1545. Sempre sul lato destro, addossata alla chiesa, è presente una cappelletta assai interessante, dalle belle proporzioni d’insieme, in elegantissima architettura del secolo XVI.

Nel 2000 è stato completato il recupero della struttura, dell’interno e del sacello rinascimentale.

Il tutto è stato voluto e realizzato dall’Arciprete Mons. Tino Clementi con la supervisione della Sovrintendenza.

In questa occasioni i contributi sono giunti, per le opere pittoriche da amici generosi, mentre le adiacenze sono state risistemate ad opera degli abitanti della contrada Ponte.

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Chiesetta di Santa Maria Assunta in località Degna

La chiesa, che sorge in località sopra Astrio, ha struttura portante in pietra, realizzata con gusto neogotico e copertura in lamiera.

Al suo interno è conservata una pregevole tela del brenese Domenighini, la Pala con Santa Maria Assunta tra gli angeli e il Padre Eterno.

Sembre che sempre il Domenighini nel 1936 effettuò gratuitamente l’intera decorazione della cappella, riutilizzando i cartoni della chiesa di S. Pietro Martire ad Alzano Maggiore.

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